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OSTERIA DELLA STAZIONE L'ORIGINALE (MILANO) - #GUARDIAMOAVANTI

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  1. Come stai? Come stai vivendo il momento? Con sentimenti alterni. Una grande serenità per aver ritrovato tempi e spazi che la vita di oste mi aveva portato via: essere a casa presto la sera, poter bere un bicchiere in famiglia… privilegi rari! Ma anche con preoccupazione, perché la botta è stata tremenda!

  2. Tenuto conto dell’attuale situazione, pensi sia ancora possibile fare ristorazione? Partiamo dal presupposto che nel DNA dei Friulani c’è il lavorare duro e il non mollare mai! Quindi sicuramente sì! Certo avrebbe aiutato se fossero arrivati messaggi chiari e rassicuranti da parte di chi ci governa: un piano serio, e non un continuo susseguirsi di informazioni contrastanti. Ma noi non ci fermeremo, questo è certo!

  3. Come ti sei organizzato in questo periodo? Offri un servizio di consegne a domicilio o di asporto? Non sono partito subito, non ho il “dono” dell’improvvisazione come altri colleghi che invidio. Non avevo mai lavorato per asporto, e come prima cosa mi sono messo a studiare. Fare in modo che il frico arrivi perfetto sulle tavole dei milanesi era per me un obbligo… e penso di esserci riuscito! Con il mio scooter ho scoperto un modo nuovo di fare ristorazione, che almeno ci ha consentito di “sopravvivere” in questo periodo incredibile.

  4. La ristorazione non è solamente “alimentazione”. Come si può sopperire alla mancanza di contatto col cliente? In che modo si può comunque far “vivere un’esperienza”? La gente ha paura, questo non si può negare, io li sento i discorsi delle persone. Io posso continuare a proporre i migliori piatti regionali accompagnati a vini eccellenti, e posso cercare di far sentire tutti come a casa loro, come è sempre stato. Ci vorrà tempo però perché la gente riacquisti quella serenità che c’era prima, soprattutto qui a Milano che è stata martoriata dal virus.

  5. Riapriresti il locale ai clienti? Ti sentiresti pronto? Ho riaperto ora, sì. Pronto o non pronto, questo è il mio posto. Posso aggiungere che domenica 31 Maggio abbiamo fatto la prima cena dal 7 marzo ed è stata una grande emozione. Meno tavoli nella sala principale ma riempita con 8 tavoli su 9, gente nuova, gente conosciuta, vecchi amici. C'erano tutti.

  6. Quando potrai riaprire, su cosa punterai per convincere i clienti a tornare? Quali sono i tuoi punti di forza? Quelli che hanno sempre contraddistinto L’Osteria della Stazione – L’Originale: la possibilità di scoprire una cucina e una regione poco conosciute, facendolo con sincerità, schiettezza, e grande forza di volontà.

  7. In cosa dovrà comunque migliorare la ristorazione? C’è bisogno di lottare e sporcarsi le mani. C’è bisogno di inventiva. E della tenacia tipica dei Friulani!

  8. Hai pensato a un “qualcosa” di nuovo da offrire? Ho diverse idee a cui sto lavorando, ma non fatemi anticipare niente. Per scaramanzia non vi dico ancora nulla, ma sarete i primi a saperlo!

  9. In questo periodo che ruolo ha il vino nella ristorazione? I ristoranti sono stati chiusi, e con il take away la gente ordinava quasi esclusivamente i piatti, non il vino. Il vino però è stato molto presente nella vita delle persone in questo lockdown. È rimasto uno dei piaceri a cui aggrapparsi. Io ho lanciato su facebook “l’ora del Tocai”: ogni mattina alle 11 ho aperto e presentato una bottiglia di Tocai, compreso un introvabile Friulano La Cricca 2016!

  10. Un messaggio positivo per i tuoi clienti attuali e futuri. Posso in Friulano? Allora questo. Un Furlan no si ferme cuant c’al è strac. Si ferme cuant c’al à finit. Mai molà!!

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Osteria della Stazione - L'Originale

Via Popoli Uniti 26, 20125 Milano

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